Ospite di Incontri Esistenziali l’on. Mario Mauro che ha alle spalle parecchi anni di esperienza in campo politico, maturata per lo più lavorando come europarlamentare. Ispirandosi al giudizio di Aldo Moro – che definiva l’Europa non appena un’entità che si affaccia sul Mediterraneo ma il Mediterraneo stesso – ha fondato da qualche anno Meseuro, una società di consulenza di relazioni internazionali e un centro studi.
Nell’interessante dialogo, condotto dall’avv. Bernardoni, sono emerse diverse questioni legate alla geopolitica internazionale e l’on. Mauro ci ha restituito la complessità dovuta alla costatazione che ogni aspetto della realtà è strettamente interconnesso.
I rapporti di forza tra le nazioni sono sempre più in un equilibrio precario poichè ad oggi sembra venire meno l’autorità di quelle istituzioni sovranazionali che in un clima di neutralità dovrebbero garantire il risolvimento dei conflitti sul piano diplomatico. Emblematica in questo senso è la dichiarazione di Donald Trump che ha definito morte le istituzioni multilaterali e quindi la sua scelta di togliere gli U.S.A. dall’OMS. Questa decisione mette anche in evidenza come nell’assetto internazionale sia ormai la Cina la vera forza sfidante dell’Occidente, realtà pervasiva ed egemone poiché portatrice di un progetto per lo sviluppo globale.
Ma se in questo quadro internazionale l’Europa sembra rimanere schiacciata, è interesse dell’Italia che ciò non avvenga. Sostiene infatti l’on. Mauro che la logica di pensare ognuno per sé è totalmente incomprensibile a chi guarda con un occhio di visione alle vicende di tutto il mondo.
Ascoltando la spiegazione delle dinamiche dei rapporti di forza e la direzione di alcune importanti vicende internazionali viene la tentazione di pensare che non ci sia nulla da fare, posizione smentita dal nostro ospite che ci dice che il filo rosso della narrazione dovrebbe sempre avere al centro il desiderio delle persone che le cose vadano bene, ovvero che la realtà acquisti un profilo e una dimensione che possa garantire il bene comune per tutti.
Tornando a ciò che ha dato il titolo alla nostra conversazione, Mario Mauro conclude dicendo che le sfide che vengono dalla pandemia non sono risolte dalla tecnologia ma dall’umano che sta dentro ognuno di noi: la sfida è fare diventare l’umano un fattore civile, sociale e politico capace di incidere nella realtà.